Dalle dichiarazioni della Ministra Madia prende forma il quadro che il Governo intende disegnare per il pubblico impiego: pochi soldi, solo ad alcuni, e la “performance” a premiare “il merito”.
In più nessun segnale di procedure straordinarie di stabilizzazione e ordinarie di assunzione.
Sono state sbloccate col PNR risorse per la ricerca, ma se saranno destinate a percorsi e processi segnati dalla discontinuità, si correrà il rischio, come diciamo da tempo come UIL RUA, di incentivare “la ricerca che non c’è” uccidendo “la ricerca che già c’è”, e sulla quale hanno lavorato precari dalla oramai consistente anzianità.
Il processo di delegificazione del pubblico impiego, che ha sbloccato retribuzioni e carriere, viene annullato da decine di deleghe che riportano sotto la discrezionalità di vertici e burocrazie materie come l’organizzazione del lavoro, riducendo quell’autonomia e pieno riconoscimento delle parti che ha consentito un miglioramento deciso delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti pubblici.
Inoltre, le dichiarazioni della Ministra fanno ipotizzare uno scenario in cui il sindacato sarà comunque “colpevole”: sfidati sulla riduzione dei comparti, i sindacati hanno sottoscritto un accordo che da 11 comprime i comparti a 4 (riducendo il danno di un UNICO comparto “della Repubblica”, come ipotizzava l’ARAN all’inizio del confronto), accettando anche nuove regole sulla definizione della rappresentatività.
Ora la nuova provocazione è sedersi ad un tavolo con un atto di indirizzo che già determina l’obbligo di remunerare solo i redditi più bassi, oppure non sedersi giustificando così decisioni e premialità definite unilateralmente per legge. Un vero e proprio scaribarile!
Come UIL RUA rivendichiamo la giusta applicazione per tutti i lavoratori della sentenza della Consulta, che ha definito l’illegittimità del blocco della contrattazione a partire dal luglio 2015.
Riteniamo scellerato proseguire in un braccio di ferro che tende a silenziare le ininterrotte proteste dei lavoratori pubblici, impegnati da anni con importanti manifestazioni – nascoste dai media – a richiamare l’attenzione sulla necessità di rilanciare il lavoro pubblico.
In particolare condanniamo l’indifferenza e rivendichiamo la “rimessa al centro” della politica i settori dell’Alta formazione e della Ricerca, motori dello sviluppo lasciati senza benzina (risorse umane ed economiche) e mortificate da troppe scelte spregiudicate: milioni di euro trovati per finanziare fondazioni private come IIT (e Human Technopole), mentre il massimo ente di ricerca, il CNR, in 20 anni è stato costantemente privato di risorse, rimanendo ciononostante sempre al top in ambito scientifico a livello internazionale.
Se è pur vero che ci vogliono riforme per una semplificazione sempre cercata e mai raggiunta, è ormai innegabile il bisogno di stabilità per i precari, di investimenti stabili, di certezze e azioni condivise.
ANCHE PER QUESTO VA FORTEMENTE SOSTENUTO LO SCIOPERO DEL 20 MAGGIO
Ci vedremo nelle piazze, dove dovremo essere visibili, numerosi e rumorosi!
La Segreteria Nazionale